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Beni Ambientali

RELAZIONE SU VITULANO

VITULANO è certamente tra i Comuni più belli e noti della Provincia di Benevento per antichità, importanza storica, bellezza di paesaggi e ricchezza di uomini illustri del passato. E’ capoluogo di Mandamento da cui prende il nome l’intera Valle che contiene altri sei Comuni; – è situato fra due monti in una fertile vallata; è formato da ben venti Casali, costituenti l’intero Comune, alle falde del Monte Camposauro a quote variabili tra i 350 e 500 metri di altitudine; – un tempo i venti Casali formavano due Stati o Università con il nome di Santa Maria Maggiore, l’una, e Santa Croce, l’altra. Di origine preromanica, VITULANO è ricca di testimonianze storiche ed archeologiche che ne attestano la civiltà antica; – numerose e magnifiche sono le Chiese ed i Palazzi signorili esistenti in VITULANO. Tra essi l’Eremo di San Menna, la Collegiata della SS. Trinità con l’antico Campanile di scuola Vanvitelliana ed i Ruderi dell’Abbazia di S. Maria in Gruptis fondata dai Benedettini nel 940; la Basilica ed il Convento Francescano della SS. Annunziata costruiti nel 1440 da San Bernardino da Siena, ricchi di affreschi anche di grande valore della Scuola Senese del 1400; la Fontana Reale in pietra del periodo Borbonico; la Fontana di Foggiano e di San Pietro di cui parla il Piperno; la Chiesa di Santa Croce; la Chiesa di Santa Maria Maggiore, quella di San Pietro e quella di San Giuseppe; la Chiesa della Madonna della Grazie; i Palazzi Mazzella, Rivellini, Giannelli, Riola, Palazzo Arco, Palazzo Municipale, Palazzo De Martini, Palazzo Checchia, Palazzo Buono, Palazzo Cerulo; – molti uomini illustri hanno avuto i natali a VITULANO.Andrea e Francesco CENSALE, giureconsulti e scrittori di opere giuridiche del 17 secolo;Marcello CUSANO fu Viceré di Sicilia nel 1754;Marcangelo MARTINI fu professore di eloquenza a Napoli; – VITULANO ha dato anche eminenti prelati ed ha avuto anche l’alto onore, rarissimo, di dare un Cardinale alla Chiesa nella persona di Don Camillo MAZZELLA che contribuì alla stesura della Rerum Novarum del Papa Leone XIII; – VITULANO, é infine patria di San Menna Eremita, patrono del luogo e di Sant’Agata dei Goti il quale visse nei primi tempi dell’epoca longobarda; – VITULANO é conosciuta nel mondo per il suo caratteristico MARMO ROSSO alla lumachella, oggi non più sfruttato industrialmente e che é stato utilizzato al Cremlino di Mosca, a Roma, alla Reggia di Caserta, a Napoli ed al Palazzo della Camera di Commercio di Benevento. Le cave di marmo oggi, purtroppo, sono chiuse per mancanza di sfruttamento razionale e per i divieti della Legge GALASSO; – fiorente é l’agricoltura dell’intera Valle Vitulanese. Il Vino aglianico di Carpineto é di particolare pregio e così pure l’olio di olivo; – ricchi sono i pascoli e fiorente la pastorizia che offre al mercato prodotti caseari di ottima qualità; – il maggior vanto di cui VITULANO va orgogliosa, oltre l’antico artigianato locale, é la sua meravigliosa montagna, ricca di pascoli per ovini, bovini ed equini, vegetazione di castagneto e faggeto, fonte di reddito per chi é impegnato nell’allevamento del bestiame e nello sfruttamento e taglio dei boschi; – CAMPOSAURO ed il suo pianoro rappresentano, quindi il fiore all’occhiello, la meta agognata per escursioni e turisti, perché è un vero polmone di verde fra i meglio conservati dell’Italia meridionale e che come rilevasi dal progetto di sviluppo turistico del Dott. Giancarlo DALL’ARIA del 1989, può costituire un polo di sviluppo turistico ed un’attrattiva di immenso rilievo a livello Provinciale, Regionale e Nazionale; – come si legge nella relazione al Programma di Fabbricazione di Vitulano della dott.ssa Margherita ASSO della Soprintendenza ai Monumenti della Campania del 20/04/1974 il territorio di VITULANO ha una tale varietà di aspetti nel paesaggio, da presentare nella sua globalità un interesse paesaggistico di notevole importanza: le rive verdeggianti del fiume Calore, le colline leggermente degradanti, i profondi valloni, le aspre pareti di Monte Pentime, i fianchi dei monti rivestiti di boschi di faggi, le cime più alte su cui la neve indugia fino a primavera, è tutto un susseguirsi di bellissimi scenari naturali, continuamente variabili con il variare dei punti di vista. La conca naturale in cui sorge Vitulano è protetta alle spalle dalle cime del Monte Rosa, Camposauro, Serra del Campo, Pizzo Cupone, Pizzo del Tesoro, Monte Pentime che arrivano oltre i 1.400 metri di altitudine e si apre ad est in uno splendido panorama verso la vasta pianura su cui sorge Benevento. Per tali caratteristiche tutte le strade del territorio Comunale presentano rilevante interesse come punti di vista panoramici; – nel descrivere il paesaggio urbano sempre la soprindentente ASSO così si esprime: “VITULANO si presenta come una serie di piccoli nuclei abitati molto vicini fra loro, ma separati da ampi spazi verdi tenuti ad orto, a frutteto, a giardino. I vari nuclei presentano un rilevante interesse ambientale. Le case, di piccole proporzioni, sono costruite in pietra, con piccoli portoni d’ingresso ad arco tutti caratterizzati da un elemento, la chiave d’arco, molto ricca, spesso sormontata da uno stemma, che presenta sempre aspetti e decorazioni differenti, spesso di rilevante interesse artistico, a volte solo curiosi o divertenti, comunque sempre interessanti per la caratterizzazione dell’architettura minore a cui danno luogo. Edifici monumentali di grandissimo interesse non ve ne sono. Tuttavia sono da notare per i problemi di tutela e salvaguardia dell’ambiente circostante: le chiese della SS. Trinità, di Santa Croce, di Santa Maria Maggiore, di San Pietro, di San Vincenzo, un palazzetto in via Fontana Reale angolo Piazza Mercato ed infine la stessa Fontana Reale; – a seguito del sisma del 23 novembre 1980 la struttura urbana di VITULANO ha subito notevoli danni soprattutto in alcuni edifici di interesse pubblico ed il degrado, oggi, in mancanza di interventi di recupero, va sempre più ad accentuarsi; – il limite degli interventi pure effettuati in questi ultimi anni con scarsità di risorse finanziarie, consiste nella dissociazione tra loro, nella mancanza di una organica e complessiva operazione di recupero omogeneo dei caratteri urbanistico – ambientale; nell’aver interessato, di volta in volta, piccole parti del paese, senza collegamenti per quanto attiene a sunti architettonici e materiali impegnati. Interventi dunque limitati e privi di un programma unico in grado di affrontare un recupero ed una valorizzazione d’insieme di tutto il tessuto urbano comunale; – necessità quindi uno studio radicale e complessivo nelle potenzialità di recupero e di sviluppo del centro storico e dei casali che gli fanno cornice. Uno studio che partendo dalla salvaguardia e dalla valorizzazione degli elementi di pregio che indubbiamente sono presenti, suggerisca tipologie di intervento idonee a datare tutte le infrastrutture, atte a garantire migliori condizioni di vita agli abitanti del posto ed a stimolare e ricevere turismo dalle grosse aree urbane. Trattasi, dunque, di un progetto strategico e mirato per VITULANO. – non sono molte le occasioni offerte ad un Ente locale territoriale, quale è un piccolo Comune, per ottenere finanziamenti per la realizzazione di un tale progetto che consentano di avviare lo sviluppo della nostra economia, del nostro territorio. Negli ultimi anni, anzi, i tagli ai bilanci comunali, l’impossibilità di contrarre mutui, il blocco dell’intervento straordinario e la sostanziale inattivazione di importanti leggi Regionali, hanno determinato una situazione di grave difficoltà e ciò malgrado l’impegno e la ferma volontà dell’Amministrazione Comunale di VITULANO nell’attivazione di concrete possibilità di sviluppo; – è nostro intendimento ricercare ed utilizzare tutte le opportunità per creare le condizioni necessarie al miglioramento del tenore di vita della popolazione, favorendo nel contempo le iniziative che puntino alla valorizzazione ed alla salvaguardia del patrimonio economico, culturale, storico, artistico ed ambientale del nostro paese; – una concreta opportunità in questa direzione può essere offerta dal rifinanziamento dell’intervento straordinario nel Mezzogiorno previsto dal Decreto-Legge del 21 gennaio 1992, n. 14. Il comma 2° dell’art. 6 di tale decreto autorizza il finanziamento di progetti strategici di infrastrutturazione del territorio del Mezzogiorno nei settori dell’acqua, della ricerca scientifica, dell’ambiente, dei sistemi territoriali, del turismo, dei beni culturali e dell’agroalimentare; – non sempre l’intervento straordinario ha rappresentato un valido strumento per colmare l’enorme divorzio tra Nord e Sud. Molte volte gli ingenti finanziamenti sono serviti a favorire gli interessi esclusivi di poche lobbies. Troppo spesso le opere realizzate hanno provocato la cementificazione selvaggia di ambienti incontaminati e lo sperpero di danaro pubblico di iniziative improduttive; – è intenzione dell’Amministrazione intraprendere, invece, delle iniziative che vadano nella direzione di una corretta utilizzazione del territorio, puntanto sul recupero e l’arredo dei casali, che rappresentano una peculiarità urbanistica di VITULANO; sul restauro e la valorizzazione del patrimonio storico-artistico (tenendo presenti anche due concorsi di idee- già espletati in passato – vedi progetto Parco Rimembranze- Piazza SS. Trinità); sulla promozione dei prodotti dell’artigianato e dell’agricoltura; sulla salvaguardia dell’ambiente e sul risanamento dei valloni e la reggimentazione della acque; sul turismo compatibile con l’ambiente, favorendo la funzione strategica del Taburno – CAMPOSAURO come polmone verde delle zone congestionate della fascia costiera e come punto di riferimento e di integrazione dell’offerta termale Telesina.

TERRITORIO RIFUGIO E PERCORSI

Territorio
Il territorio direttamente adiacente il rifugio di proprietà del Comune di Vitulano (BN) è ottimale per campeggi, montaggio tende, angoli di Squadriglia, in particolar modo nella zona del boschetto dove è possibile trovare dei piani abbastanza estesi da potervi montare anche tende da otto posti, kambuse, etc. Il pianoro è molto adatto a giochi comunitari, fuochi serali ed altri tipi di attività del genere. Il terreno è erboso.
Il faggeto nei pressi dell’abbeveratoio presenta almeno cinque grossi spazi per montaggio di tende, kambuse o similari.
E’ molto adatto per Reparti scout che vogliono enfatizzare l’autonomia di Squadriglia, pur non disperdendo eccessivamente il campo. Non è possibile realizzare grossi fuochi di bivacco rimanendo sul luogo. Il terreno presenta erba.

Rifugio
Il rifugio alla località SS. Trinità è composto da n. 3 stanze di cui una adibita a cucina più un bagno con entrata dall’esterno (non utilizzabile).
Lo stesso potrebbe essere utilizzato per tenere al coperto i viveri e per ripararsi in caso di eccezionali avversità atmosferiche.
E’ necessaria preventiva autorizzazione da parte del Comune di Vitulano per l’utilizzo dello stesso.
Può ospitare un numero di 20 o più scout al coperto.Si trova ad una distanza tale dall’acqua che diventa un poco difficoltoso il trasporto di taniche, bidoni, docce da campo, ecc..

Acqua
Nellazona adiacente il rifugio di proprietà comunale non si trovanofontane, ma ad una distanza di 150 metri dallo stesso. Per ovviare a tale inconveniente è possibile sistemarsi nella zona di fronte la fontana/abbeveratoio ove il numero dei ragazzi lo consenta.
Il sistema più idoneo per prendere l’acqua dall’abbeveratoio senza inquinare le vasche, è quello dei fontanili collegati all’abbeveratoio in modo da poter staccare la pompa quando non serve e rendere possibile, così, il ricambio d’acqua nelle vasche. I fontanili verranno poi scolati nel canale in modo da non creare problemi agli animali e ad eventuali altri campeggiatori.

Percorsi
Numerosi sono i percorsi, essendo il territorio di Camposauro molto vasto, per cui c’è possibilità di approfondire la conoscenza della zona con esplorazioni che tengono impegnati per giorni e che già sono state menzionate “nella relazione su Vitulano”, quali la visita ai ruderi dell’Abbazia di S.Maria in Gruptis del 940 scendendo all’altezza della zona “Cappella” per poi proseguire per un sentiero di montagna.Ci sono un paio di percorsi da “Route” per i Clan/Fuochi che possono tenere impegnati almeno per un paio di giorni e che attraversano buona parte della montagna.
E’ possibile giungere sui monti del Taburno seguendo sentieri di montagna e visitare le macerie della chiesa di S. Michele facente parte del comprensorio montano TABURNO-CAMPOSAURO.
• il Comune di Vitulano in particolare la località Camposauro ospita, ogni anno, mediamente 250 ragazzi/e appartenenti a gruppi scout per un periodo di 10/15 giorni;
• la località Camposauro è meta di gruppi scout da oltre 20 anni;
• che dall’anno 1989 ad oggi hanno campeggiato su Camposauro oltre 50 gruppi per un totale di 2.500 scout;
• che alcuni anni fa è stato organizzato a Camposauro un raduno nazionale Agesci con la presenza di migliaia di scout;
• che la Regione e i Responsabili dei gruppi segnalano la località Camposauro come zona idonea per lo svolgimento di campi estivi;

IL PARCO NATURALE REGIONALE DEL TABURNO-CAMPOSAURO

(A cura di Pietro Cusano)
Generalità
Il massiccio Taburno-Camposauro fa parte dell’Appennino Campano. Sito ad Ovest di Benevento, da cui dista pochi chilometri e nella cui provincia ricade interamente, culmina nel Monte Taburno (m 1394), Camposauro (m. 1388) e Pentime (m 1170). Il loro profilo visto dalla città ricorda quello di una donna sdraiata, da cui l’appellativo “Dormiente del Sannio” dato al massiccio.
Il massiccio è delimitato dalla Valle del Calore a Nord, ossia la Valle Telesina (che lo separa dal Matese), e dalla Valle Caudina a Sud (che lo separa dal Partenio); ad Est ed Ovest due corsi d’acqua minori, lo Ienga e l’Isclero, scorrono attraverso le colline che digradano dolcemente dal massiccio.
L’area del Taburno-Camposauro è sede della Comunità Montana Taburno. Quest’ultima comprende parte dei territori comunali di Bonea, Bucciano, Cautano, Frasso Telesino, Moiano, Sant’ Agata dei Goti, Solopaca, Tocco Caudio, Vitulano, con una superficie territoriale complessiva di 23867 ha di cui 14765 montani. La popolazione totale dei dieci comuni è di 33051 abitanti (dati ISTAT 1981).

Flora
I dati più recenti sulla vegetazione del Taburno – Camposauro risalgono al 1985 (Carta faunistica regionale) in cui sono citati pure lavori precedenti (1964).
La vegetazione della parte bassa del Taburno è costituita principalmente da roverella, che si presenta con popolamenti piuttosto radi e con individui che non superano i 4 – 5 metri. Si tratta di piante soggette a tagli periodici (cedui) o di convivenza con l’olivo negli oliveti sopra S. Agata, Bonea e Montesarchio. Più in alto sino a 600 – 700 metri, per le migliori condizioni edafiche e di umidità, si raccoglie una più ricca vegetazione fatta in prevalenza di frassino, carpino, acero, oltre alla stessa roverella. Nella Piana di Prata restano i residui di una cerreta che doveva essere in passato ben più estesa. Cedui di castagno si incontrano lungo le strade Montesarchio – Albergo delTaburno e Solopaca – Camposauro intorno a quota 800 metri; si tratta di popolamenti degradati per l’attacco di parassiti. Il leccio si trova accantonato sulle balze calcaree ad altitudini diverse anche sino a 1000 – 1100 metri. Al di sopra dei 900 metri è il faggio che domina incontrastato, costituendo, nella foresta demaniale del Taburno, dei lembi pregiati con alberi dai tronchi dritti e maestosi. Qui si trovano pure degli abeti bianchi, introdotti nella zona intorno al 1846 per ordine dei Borboni, ed attualmente in fase di regresso a vantaggio del faggio, per l’attacco sia dei coleotteri Bostrichidi, sia dei funghi del genere Fomes. Le faggete del Camposauro, di proprietà comunale, mostrano le tracce di tagli intensi ed indiscriminati operati in buona parte nel corso dell’ultimo conflitto e sopportano le conseguenze del pascolo eccessivo nel bosco. In questa zona troviamo pure la maggiore presenza di agrifoglio, spesso sfruttato in maniera irrispettosa durante il periodo natalizio.

Fauna selvatica
La situazione attuale della fauna del massiccio Taburno-Camposauro è poco nota, se si esclude il censimento ornitologico degli anni 1983-87. Non risultano segnalazioni di specie rare e particolarmente minacciate, probabilmente perché già estinte a causa dell’elevata pressione antropica a cui è soggetto il massiccio.
Sono tuttavia presenti una colonia di corvo imperiale, diverse specie di uccelli rapaci (boschi di alta quota, rupi), i picchi (alberi vecchi), piccoli passeriformi e piccoli mammiferi.
La mancanza di corsi d’acqua determina l’assenza di ecosistemi molto ricchi di specie; nonostante ciò il massiccio rappresenta la zona più ricca di specie della provincia di Benevento, grazie alla varietà di ambienti che si incontrano (dai campi coltivati alle rupi, dal bosco di faggio, al ceduo, alle siepi ed alle macchie di roverella).

Geologia
Il massiccio è costituito da due blocchi calcarei separati dalla depressione tettonica di Piana di Prata. La loro origine, avvenuta nell’età mesozoica, è dovuta alla compressione ed al sollevamento delle formazioni che hanno dato origine alla catena alpina e che ancora 200 milioni di anni fa erano sommerse dal mare. A testimonianza di ciò si rilevano un po’ dappertutto sul massiccio resti di affioramenti fossiliferi (rudistacee etc.) spesso visibili in sezione anche nei marmi estratti nel massiccio. A tal proposito conviene ricordare i pregiati marmi di Vitulano che per la diversa colorazione del cementotrasparente e rossastro, per i riempimenti alabastrini e per le infiltrazioni di ossidi diferro e manganese, hanno caratterizzato le molteplici varietà dei marmi, ieri molto ricercati e sfruttati, oggi non più estratti per uso rivestimento soprattutto a causa della loro particolare fragilità.
Alla base del massiccio sono presenti argille, arenarie e numerosi massi calcarei; sui più ripidi versanti meridionali si trovano anche brecce costituite dai detriti di falda, abbondanti per la proprietà della roccia calcarea di essere facilmente fratturabile. Materiale piroclastico proveniente dai vulcani flegrei di Roccamonfina e del Vesuvio si presenta sotto forma di tufi e partecipa largamente alla formazione del terreno nel massiccio.
Interessanti esempi di carsismo sono il Campo di Cepino, il Campo di Trellica ed il Campo alla base di Camposauro: sono tre conche chiuse dotate di inghiottitoi o pseudodoline ed in cui sovente l’acqua ristagna fino all’inizio dell’estate.

Agricoltura e zootecnia
Nei 17 comuni che gravitano nel comprensorio Taburno-Camposauro la superficie agraria totale è di 27839 ha, mentre la superficie agraria utilizzata (S.A.U.) è di 17947 ha. La differenza tra superficie agraria totale e superficie agraria utilizzata è di circa 9892 ha (35.6%): si tratta sicuramente di costruzioni, stradine ed altri servizi agricoli, ciglioni, ruscelli, boschetti e pezzi di montagna che costituiscono lembi preziosi per l’equilibrio ambientale. Dai dati ISTAT 1992 emerge un forte frazionamento fondiario: infatti, il rapporto tra superficie agricola totale e numero di aziende è pari a 1.88 ha/azienda. Ciò si riflette anche nel rapporto del numero di aziende della zona rispetto a quelle della provincia (28%) a fronte della superficie agricola totale della zona considerata rispetto a quella provinciale (21.7%). La maggior parte delle piccole aziende sopravvivono grazie a svariate forme di integrazione del reddito familiare agricolo (pensioni, bracciantato, attività nel terziario) e producono sostanzialmente per l’autoconsumo. Le aziende più grandi sono sottodimensionate rispetto alle unità lavorative impiegate e non consentono comunque il raggiungimento di un livello di reddito autonomo adeguato alle unità agricole effettivamente impiegate. Negli ultimi decenni si è verificato un lento ma costante processo di ricomposizione fondiaria, tuttavia la ancora elevata frammentazione, dovuta a motivi storici, non lascia ipotizzare diverse e più produttive forme di organizzazione aziendale. Dai dati considerati si desume che nella maggior parte delle aziende, la loro conduzione rappresenta l’unica fonte di lavoro per i rispettivi conduttori e si presume che questa situazione perdurerà per le difficoltà a spostarsi in altri settori produttivi.

Vini di qualità
La maggior parte dei territori dei 17 comuni considerati è compresa nei Disciplinari delle due D.O.C. sannite: il Disciplinare D.O.C. “Taburno” comprende gli interi territori di Apollosa, Campoli M.T., Castelpoto, Foglianise, Torrecuso e parte dei territori di Cautano, Montesarchio, Tocco Caudio e Vitulano; nel Disciplinare D.O.C. “Solopaca” è compreso il comune omonimo insieme a parte dei territori di Frasso T. e Melizzano. Infine sono in corso di ottenimento della D.O.C. i vini di S. Agata dei Goti, la Falanghina di Solopaca ed altri vini bianchi e rossi (come Greco, Code di Volpe, Falanghina, ecc.) ricadenti nel medesimo territorio del disciplinare “Taburno”. Attualmente oltre le due cantine sociali di Solopaca e di Foglianise sono ben poche le aziende che producono vini qualificati, benché il 64% delle aziende del Taburno sia interessato alla vitivinicoltura con un investimento medio pari al 25% dell’intera S.A.U. del Taburno-Camposauro.

Olio di oliva di qualità
La superficie destinata a coltura olivicola è pari al 18% dell’intera S.A.U. dei 17 comuni, interessando il 72% delle aziende, e la produzione di olio di oliva è pari al 34% dell’intera produzione provinciale. In questo territorio sono dislocati 47 frantoi di cui 34 tradizionali che offrono un prodotto dalle caratteristiche organolettiche superiori.

Bovini
Le aziende che allevano bovini sono il 13% del totale con un carico di 3.6 capi per azienda, contro una media provinciale del 19% ed un carico di 8 capi per azienda.
Questi dati sono in continua mutazione a causa degli ultimi provvedimenti C.E.E. (quote del latte, etc.) ma è possibile ipotizzare uno sviluppo delle qualità del latte, dei formaggi e soprattutto delle carni, sia per la richiesta locale di prodotti genuini, sia per la non sempre garantita sicurezza alimentare delle carni importate

Ovini
Le aziende con presenza di ovini sono circa il 2.5% del totale con un carico di 33 capi per azienda, contro la media provinciale di 14. In parecchi comuni tale rapporto si avvicina a 100 denotando la presenza di greggi.

Suini
Le aziende con presenza di suini sono il 22% del totale con un carico di 6.3 capi per azienda, simile al rapporto provinciale di 3.4. Tuttavia mentre Castelpoto ed Apollosa raggiungono i massimi rapporti di capi per azienda (12 e 84, rispettivamente) che derivano dalla presenza di allevamenti industriali, nei restanti comuni questo numero si abbassa ad 1.5, dato che denota una produzione per autoconsumo.

Altre produzioni
Nella zona esistono altre produzioni meritevoli di un censimento varietale e conseguente valorizzazione: mela annurca (zona di S.Agata dei Goti); pere, susine e fichi con diverse varietà e con tempi di maturazione che coprono l’intero arco dell’anno; ciliege (zona a ridosso del Calore); frutta secca ed a maturazione ritardata (merita menzione la varietà denominata Noce di Benevento); ortaggi, legumi e cereali (significative porzioni del territorio tra la Valle Caudina e la piana beneventana).

Principali cause di degrado
Per le sue dimensioni non estese (circa 15000 ha) e l’elevata pressione antropica (17 centri abitati sedi comunali) e, purtroppo, gli attacchi più o meno illegittimi, la natura del massiccio si presenta piuttosto degradata. Pur essendo il territorio di tali Comuni soggetto al vincolo paesaggistico (i cosiddetti “Galassini”), l’edilizia non è stata affatto bloccata; un’unica zona è chiusa alla caccia nei Comuni di Torrecuso, Foglianise, Paupisi; solo una parte dei boschi, certamente non vasta, è protetta dal taglio, essendo di proprietà regionale (ex ASFD): la foresta del Taburno. Altri problemi da non sottovalutare sono rappresentati dall’apertura di cave abusive, spesso di modeste dimensioni ma disseminate in tutto il massiccio, dall’abbandono di rifiuti in discariche non idonee, da frequenti incendi estivi, dal turismo motorizzato disordinato e invadente. A ciò si aggiungono sconsiderati interventi delle Amministrazioni locali, prima tra tutte la Comunità Montana Taburno, che non solo ha costruito recentemente orribili quanto inutili strade montane, ma ha anche altri devastanti progetti in cantiere, giustificati con gli enormi flussi di denaro che porteranno, se realizzati, solo un modesto e transitorio beneficio per le imprese edili locali.

Sviluppo eco-compatibile
Come in ogni Parco Naturale, lo sviluppo economico del massiccio dovrà essere incentrato su agricoltura, zootecnia e turismo. Notevoli sono le potenzialità del Taburno-Camposauro nel settore agro-zootecnico se gli operatori agricoli locali sceglieranno una strada diversa da quella tesa al raggiungimento della massima quantità di prodotto ottenibile e punteranno invece sulla qualità e sulla tipicità delle produzioni agricole. Poiché un secolare processo di adattamento e di selezionamento ha prodotto un patrimonio di varietà animali e vegetali, è necessario qualificare i prodotti locali (olio, latte, carni, formaggi, ecc.) o adeguarli ad un più alto standard qualitativo (i due Disciplinari D.O.C. per i vini) per soddisfare la domanda di prodotti genuini dell’utenza sia locale che turistica. Inoltre è importante incentivare gli agricoltori che adotteranno pratiche agronomiche rispettose per l’ambiente, quali ad esempio quelle dell’agricoltura biologica e degli allevamenti non industriali, che rappresentano un fattore di riequilibrio della fertilità naturale del terreno. In questo caso, per esempio, i pascoli andrebbero regolamentati ed andrebbe analizzata la qualità delle erbe.
Per quanto riguarda il turismo, la principale attrattiva è costituita dalla foresta demaniale del Taburno, che così è presa d’assalto, soprattutto nei mesi estivi, da comitive motorizzate per i loro chiassosi pic-nic. Anche la zona sommitale del Camposauro è meta affollata di turisti “scorretti”, che possono accedervi grazie alla presenza sulla vetta di ripetitori radio-televisivi e della relativa strada di servizio asfaltata.
Nella zona del massiccio, ma a quote relativamente basse, sono presenti anche numerosi santuari frequentati in occasione delle festività religiose.
Nei centri del comprensorio, infine, si organizzano sagre e manifestazioni, che pure richiamano il turismo; per esempio, la sagra del grano a Foglianise (16 agosto), la sagra del vino a Torrecuso (I fine settimana di settembre), la sagra dell’uva di Solopaca (II fine settimana di settembre).


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