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Beni Architettonici

Collegiata della SS. Trinità
Al centro del Paese venne costruito tra il XVI ed il XVII secolo il “Complesso della SS. Trinità”.
Per complesso della SS. Trinità s’intende oltre alla Chiesa con le relative Cappelle e Sacrestie, il Campanile in stile Vanvitelliano, la Casa Canonica retrostante la Chiesa, la Cappella dell’antica concreca dei Nobili o dell’Immacolata situata anch’essa sul retro della Chiesa.
Nella cappella viveva ed operava la confraternità.
Vi si possono ammirare al centro della volta la “Donna che schiaccia il capo al serpente” e la cacciata dei progenitori dal Paradiso terrestre. Nelle pareti laterali, invece, vengono raffigurate simbolicamente con donne, la fede, la speranza, la carità e la preghiera e nel catino absidale poi in alto, in cerchi concentrici degli angeli che recano alcuni simboli delle virtù della Madonna.
Intorno alle pareti vengono posti gli stalli del coro ligneo a due gradoni. Il pavimento è a maioliche policrome con disegno centrale e fiori di estrazione napoletana. Sul coro ligneo, posto in fondo alla Chiesa si eleva l’antico organetto a canne, mentre le due stanze sottane continuano ad essere il riposo eterno dei confratelli.
 
Eremo di San Menna
Muto, solingo rimani – su l’alte cime – eremo impervio – sbattuto dal vento.
Or son tanti secoli – di Tocco Assueto – e Teodorice, devoti,nell’augusta capanna – un tempio votivo….,
degli orsi dell’api – e dei rudi guerrieri, – l’Amico, il ricordo. (ETI)
Nelle immagini è illustrata la processione, che si svolge il lunedì dopo la pentecoste, che parte dalla chiesa della SS. Trinità e raggiunge l’eremo del Santo.
Monastero di Santa Maria delle Grotte
Situata in un luogo impervio ed inaccessibile, la costruzione poggia ai piede del Monte Drago su uno strapiombo detto il “Funno”.
Nella profonda gola lo sguardo spazia sulla sottostante contrada di Santo Stefano e sulla intera Valle Telesina.
Il Monastero venne fondato dai Principi Longobardi e dedicato alla Madonna che prese il nome “Delle Grotte” perché, come racconta la leggenda, nella grotta venne ritrovata una effige della Madonna.
Del Monastero non rimane che una campana e una immagine della Madonna molto antica in stile bizantina macedone del XII secolo.
In questi ultimi cento anni il Monastero è andato lentamente in rovina. Sono però ben visibili i ruderi. Svetta ancora verso il cielo la torre, una volta utilizzata a carcere, e parte della facciata. La foresta lentamente ha invaso tutta l’area del Monastero. Ci si può addentrare ancora in qualche ambiente e in qualche grotta. Non si conosce più il cunicolo sotterraneo che menava nel cuore della montagna e che addentrandosi terminava in una grande grotta con un laghetto
Basilica e Convento Francescano della SS. Annunziata
Nella struttura attuale la Chiesa conserva la linea settecentesca con volta a botte essendo andata perduta la struttura rinascimentale in legno. Sullo sfondo vi è un affresco raffigurante “La Madonna in trono con Bambino” del pittore rumeno C. Udroiu.
Il pavimento in ceramica è quello originale settecentesco. Nella navata destra è da notare il monogramma di San Bernardino da Siena fondatore del complesso.
Chiesa di Santa Croce
La sua esistenza è testimoniata già nel 1186 in un atto di vendita del Monastero di Santa Maria delle Grotte, però la sua origine è più antica e la tradizione la vuole costruita sui ruderi di un antico tempio pagano dedicato alla dea Minerva.
Davanti alla Chiesa rimane ancora un’area di epoca romana con iscrizione illeggibile ma con la raffigurazione di un’anfora e di una corona sacrificale.
Sulla Chiesa rimane lo stemma in pietra raffigurante un vitello e al centro del primo riquadro del Campanile è incastonata la testa di un vitello.
La Chiesa conserva una tavola di autore ignoto (forse il beneventano Donato Piperno) di pregevole fattura raffigurante “Gesù deposto dalla croce” o “Schiodazione” con ai piedi seduta per terra sua Madre nell’atto di accogliere suo Figlio tra le braccia attorniata dalle Pie Donne.
Chiesa di San Pietro
Sia della Chiesa San Pietro che della vicina cappella non si hanno notizie circa l’anno di fondazione. La tradizione vuole che sia stata costruita nei primi secoli del cristianesimo sui ruderi di un antico tempietto romano. Forse il tempio dedicato alla dea “Fortuna Folianensis” ricordata nella iscrizione funeraria ancora incastonata nel muro della casa canonica.
Rimane poi, sotto l’intonaco anche una seconda iscrizione fatta da Libonio Petrassio alla moglie Secondina. Sempre nell’area della Chiesa si trovano i resti di un’antica villa romana e si ha notizia di molte tombe trovate nella zona.
La Chiesa conserva un grande quadro con la figura della beata Vergine della Purità, e è in buono stato di conservazione ed è di anonimo del XVIII secolo. Sull’altare si conserva un dipinto di Johannes de Presbitero del 1620. L’artista raffigura la Madonna nel Cenacolo attorniata dagli apostoli mentre dallo Spirito Santo partono le lingue di fuoco.
Santuario della Madonna delle Grazie
Adagiato alle falde del monte “Pizzo” al di sopra della contrada Castello il Santuario della Madonna delle Grazie si affaccia sull’intera valle beneventana.
La sua origine è incerta, tuttavia il Santuario con l’eremitorio adiacente è databile sul finire del XVI o gli inizi del XVII secolo.
La Fontana Reale
In pietra, risale al periodo borbonico.
Fontana Reale
La Chiesa di Santa Maria Maggiore
Che custodisce una “Ultima Cena” di Pompeo Landolfi del 1596 e una “Deposizione” settecentesca affrescata da A.Sforza
I Palazzi Signorili
Mazzella, Rivellini, Leone, Mazzarelli, Giannelli, Riola, Arco, Buono, Cerulo, Checchia, Marchese Rivellini, Martini e Municipale.

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